Resilienza informatica nell’era dell’IA: Mark Hamill parla di stress, spoofing e intelligenza
Pubblicato su: 11 Ago 2025
Ultima modifica il: 22 Set 2025
La sicurezza informatica non è una certezza. Si tratta di essere pronti quando accade l’imprevisto. Questo è stato il messaggio centrale del recente webinar di Mark Hamill, Cyber Resilience in the Age of AI. Questa sessione dal vivo ha offerto intuizioni senza peli sulla lingua e si è concentrata su ciò che conta: il comportamento umano, le difese pratiche e i trucchi psicologici che guidano ancora molti degli attacchi odierni.
Perché la resilienza informatica è più importante che mai
La sicurezza informatica non consiste più nell’eliminare completamente il rischio, ma nella preparazione e nella risposta. Nel suo webinar, Mark Hamill ha sottolineato che la preparazione, non la certezza, è la pietra angolare della difesa moderna. Ha condiviso un esempio reale di un sofisticato tentativo di phishing: un’e-mail in cui si affermava che sul suo telefono era stato installato lo spyware Pegasus, che sembrava provenire dal suo stesso indirizzo e-mail. Il messaggio era altamente personalizzato, allarmante e progettato per provocare una reazione emotiva immediata.
La psicologia alla base degli attacchi informatici di oggi
Questo tipo di attacco non è più insolito. I criminali informatici sono diventati sempre più sofisticati, combinando i dati violati con le informazioni disponibili pubblicamente per creare truffe molto convincenti. Ad esempio, possono collegare un indirizzo e-mail a un indirizzo di casa e persino includere una foto presa da Google Maps per aggiungere autenticità. L’obiettivo non è principalmente lo sfruttamento tecnico, ma la manipolazione psicologica. Creando con cura messaggi che suscitano paura, urgenza o curiosità, gli aggressori mirano ad aumentare i livelli di stress, che spesso compromettono il processo decisionale razionale e portano le vittime ad agire impulsivamente.
Sistema 1 vs. Sistema 2: pensare sotto pressione
La resilienza informatica consiste nel rallentare il processo decisionale quando si è sotto stress. Mark ha spiegato il concetto di Sistema 1 e di Sistema 2: Il Sistema 1 rappresenta le risposte rapide, istintive ed emotive, che spesso portano ad errori durante gli attacchi informatici. Il Sistema 2, invece, implica un pensiero più lento, deliberato e razionale che aiuta gli utenti a identificare le minacce prima di reagire. Sotto pressione, le persone tendono ad affidarsi a risposte istintive e veloci. Costruire la resilienza significa rallentare questo processo. Si tratta di aiutare gli utenti a riconoscere quando qualcosa non va e di dare loro lo spazio e la fiducia necessari per fermarsi prima di agire.
Perché la consapevolezza da sola non è sufficiente
La consapevolezza informatica da sola non basta. La conoscenza decade rapidamente se non viene mantenuta. Come ha sottolineato Mark, la scienza alla base del cambiamento comportamentale è complessa e molti programmi di sensibilizzazione falliscono perché si basano su singoli punti di contatto o su contenuti generici. Una gestione efficace del rischio umano richiede un approccio continuo e mirato, che tenga conto di come si comportano gli individui, di cosa influenza le loro decisioni e di come rafforzare al meglio le azioni sicure nel tempo.
Costruire la resilienza informatica attraverso la gestione del rischio umano
Nel contesto della cybersecurity, la resilienza non consiste solo nel resistere a un attacco, ma anche nell’attrezzare le persone a rispondere in modo efficace e sicuro quando la pressione si fa sentire. Poiché gli aggressori sfruttano sempre più strumenti basati sull’intelligenza artificiale per migliorare la velocità e la portata dei loro attacchi, le organizzazioni devono affrontare minacce più complesse che mai. Tuttavia, nonostante questi progressi, la difesa più potente rimane costante: una forza lavoro informata, attenta e in grado di agire in modo sicuro.
Una strategia a più livelli per affrontare le vulnerabilità umane
Per costruire una vera resilienza informatica, le organizzazioni devono adottare una strategia a più livelli che vada oltre la tecnologia. Ciò include l’implementazione di solidi programmi di gestione del rischio umano incentrati sulla comprensione e sull’influenza del comportamento dei dipendenti. Affrontando i fattori umani che contribuiscono alle vulnerabilità – come il processo decisionale sotto stress, la suscettibilità al social engineering e le pratiche di sicurezza incoerenti – le aziende possono ridurre in modo significativo la loro esposizione al rischio. L’educazione continua, la formazione personalizzata sulla cybersecurity e il rinforzo in tempo reale sono fondamentali per garantire che i dipendenti rimangano vigili e capaci di fare scelte sicure in ambienti dinamici di minaccia.
Guarda il webinar completo per scoprire gli aspetti pratici della resilienza informatica
Se vuoi approfondire l’argomento della resilienza informatica e apprendere strategie attuabili, ti consigliamo di guardare il webinar completo di Mark Hamill. In questa sessione, Mark offre spunti pratici per proteggere il tuo personale e la tua azienda dalle minacce informatiche in continua evoluzione. Potrai capire meglio come implementare una gestione efficace del rischio umano, riconoscere le ultime tecniche di phishing e costruire una cultura della sicurezza che permetta ai dipendenti di agire con fiducia, anche sotto pressione.
Non perdere l’occasione di rafforzare la resilienza informatica della tua organizzazione con i consigli di un esperto, pensati per le sfide del panorama guidato dall’intelligenza artificiale.